“Era domani” è la storia di un’amicizia prima ancora che di un progetto editoriale.
Nel 2014 eravamo un piccolo gruppo con un intento comune: coltivare il linguaggio fotografico come mezzo espressivo della propria identità e di una personale poetica.
All’epoca ci incontravamo settimanalmente per discutere in convivialità di autori, di libri e di immagini, confrontandoci anche sui rispettivi progetti fotografici.
Fu in una di queste serate che nacque l’idea di sviluppare sinergicamente un lavoro che avesse un forte legame con il nostro territorio. La visione di un documentario sui borghi rurali siciliani dell’epoca fascista, da cui aveva preso spunti anche il cinema di Antonioni e Rossellini, attirò la nostra attenzione.
A questa prima idea seguì una ricerca sul campo, con sopralluoghi e verifiche di quelle che erano le condizioni reali dei borghi sparsi geograficamente in tutta la Sicilia, ed un approfondimento della relativa documentazione storica e topografica oltre che economico sociale.
Poi il lungo e tortuoso percorso per decidere – tra le infinite modalità di approccio ad un progetto fotografico – come realizzare il lavoro, come amalgamare le visioni di ognuno di noi, come narrare in modo originale una storia così complessa.
Il comune impegno nel tornare e ritornare ancora e ancora in questi luoghi, il desiderio di svelarli, di comprenderli e, in ultimo, di raccontarli, filtrandoli attraverso la sensibilità individuale di ognuno, ha costituito il nucleo del lavoro che infine ha trovato espressione nel libro “Era Domani”.
“Era Domani”.
Questo è il titolo che gli Autori hanno voluto per introdurci nella lettura del loro lavoro.
L’uso del tempo imperfetto ci indurrebbe a pensare ad azioni, ad eventi ormai accreditati in un tempo passato, magari a qualcosa che si ripeteva nel passato, ma che ormai avvertiamo come vago perché privo di precisazioni circa il suo inizio e la sua durata.
Poi c’è quell’avverbio, Domani, e quel senso di vago e di indeterminatezza sembra dileguarsi per diventare un inquietante interrogativo. Ma così non è.
Il Domani non è mai arrivato o, se è arrivato, nessuno se n’è accorto, magari perché nessuno lo aspettava più.
…
I nostri autori, a mio sommesso avviso, risolutamente, optano per l’adozione singola e soggettiva di un preciso linguaggio stilistico; se unitaria è la progettazione del lavoro, se comune è l’interesse per l’argomento, diversa è la peculiare capacità di guardare questo mondo.
E non poteva essere altrimenti e, probabilmente, tale diversità giova alla preziosità di questo contributo editoriale.
…
Ma non sono i diversi registri stilistici, qui esemplificati, a rendere prezioso questo contributo: è la sua gestazione, il concerto dei curatori e degli editor, il travaglio intellettuale e progettuale che vi sta dietro, ad essere degno di una particolare meditazione. Una provocazione al nostro pensare per immagini? Se così non fosse saremmo come i protagonisti dell’”Avventura” di Antonioni, citati proprio nella premessa di questo libro. Anche noi diremmo: “Che sono queste case, questi campi, queste piante? Andiamo via”.
Noi, voi, invece, riprendiamo a sfogliare le pagine e recuperiamo il tempo, lo spazio, il progetto, il senso. E, quindi, un significato ed una possibile direzione per tutti e per coloro che fanno fotografia.
(Estratto dal testo redatto dal critico Pippo Pappalardo)
Cosa possiamo trovare in un libro? Tutta la passione e tutta l’umanità di chi l’ha scritto. Perché i libri sono fatti di parole, sono fatti d’immagini, sono fatti di sensazioni tattili, uditive e anche olfattive. Non esiste cosa più bella che avere un libro in mano, lì pronto a regalarci emozioni. Però forse, a ben pensarci, una cosa più bella c’è. E questa cosa è farli questi benedetti libri, dopo averli sognati, pensati, progettati e finalmente realizzati. In essi proiettiamo noi stessi. Siamo noi stessi all’ennesima potenza. Siamo sapienza che diventa bellezza, siamo visione che diventa pensiero.
Ed è proprio questo quello che hanno fatto un manipolo di amici, cinque per l’esattezza, con il pallino per la fotografia e il cuore innamorato della luce e della loro terra. Insieme hanno scelto di raccontarcene un pezzetto di questa terra luminosa, riprendendo in mano una vecchia storia che qualcuno non conosce e qualcun altro ha fatto finta di dimenticare. Lo hanno fatto con i loro occhi, lo hanno fatto con il loro cuore e lo hanno fatto anche con il loro cervello. In quest’ultimo caso però non hanno attinto alla parte razionale di esso, ma a quella creativa, a quella poetica, per mezzo della quale sono stati in grado di proporci una storia vera che, nella contaminazione dei loro
sguardi, si è fatta metafora.
Non è facile raccontare per immagini, soprattutto non è facile costruire un racconto collettivo in cui ciascun autore, pur non rinunciando al proprio modo di vedere, si è messo a disposizione del gruppo. La gestazione del progetto è stata lunga e molte singole immagini hanno dovuto essere sacrificate alla logica dell’insieme che si svolge, pagina dopo pagina, in maniera poeticamente incalzante ed esteticamente affascinante.
Questa armonia perfetta fatta di accenti e di pause calibrate è forse la “contropartita considerevole” cantata da una loro conterranea, che corrisponde alla rinuncia del proprio ego e al sacrifico di molti sguardi, che rimangono nel cassetto in attesa di diventare qualcos’altro. Intanto però ci godiamo questo prezioso libro, cui, nel nostro piccolo, siamo felici di aver dato una mano a venire alla luce, certi che chi avrà la fortuna di incontrarlo non se lo lascerà sfuggire e lo custodirà come preziosa reliquia di un mondo che scompare e della serie di sguardi che ne hanno fatto memoria, poesia e visione.
Per le immagini | For the images
© Emanuele Canino, Alberto Castro, Daniela D’Arrigo,
Alfio Garozzo, Giuseppe Pagano
Gli autori per i testi | Authors for their texts
© Agatino Rizzo, Era domani
© Emanuele Canino, Borghi rurali in Sicilia
Per le traduzioni | For translations
© Rosaria La Rocca
Per il progetto editoriale | For the editorial project
© Michela Palermo
Per il progetto grafico | For the graphic design
© Carmelo Stompo
Pagine | Pages
112 + copertina | cover
Carte | Papers
Favini Shiro Echo 100g/m2
Copertina | Cover
Favini Shiro Echo 300g/m2
The Dead Artists Society
das-spectrum.org
Stampato | Printed
Nel mese di Settembre, Siracusa, 2020
300 copie
ISBN: 978-88-943619-3-3
Agli inizi del ‘900 la società rurale siciliana era contraddistinta da una forte dicotomia: da un lato pochi nobili e ricchi latifondisti con ampi privilegi, dall’altro i contadini poveri.
Le condizioni erano pessime: totale dipendenza dal “padrone”, analfabetismo di massa, nessuna assistenza sanitaria, nessuna tutela, mentre ampie estensionidi terreno rimanevano spesso improduttive o lasciate al pascolo.
A seguito della Prima Guerra Mondiale le condizioni peggiorarono ulteriormente, molte famiglie erano state improvvisamente private della loro principale forza lavoro: quelle giovani braccia inviate al fronte. Mentre le promesse fatte, circa la requisizione e la ridistribuzione di terre incolte, furono disattese.
In questo contesto nacque l’ECLS (Ente di Colonizzazione del Latifondo Siciliano) con lo scopo di portare a termine una serie di opere di bonifica e di frantumare la realtà economica e sociale del latifondo. A tal fine l’ECLS diede luogo alla progettazione e realizzazione di un certo numero di “Borghi Agrari”, questi però (a differenza di quanto avvenne nel Nord Italia) furono esclusivamente “borghi di servizio”, essi infatti non ospitavano i contadini, ma piuttosto strutture di servizio: i negozi di derrate, gli artigiani, il medico,
la levatrice, la chiesa, la stazione dei carabinieri e gli uffici dell’ente colonico.
La maggior parte dei borghi progettati non fu mai realizzata o diede luogo a pratiche fraudolente di malversazione.
La fine dell’epopea dei borghi rurali in Sicilia coincise con l’abbandono degli stessi, lo spopolamento delle campagne, la ricostituzione del latifondo, la ripresa della corsa all’urbanizzazione e l’emigrazione alla ricerca di un lavoro.
Nel primo anno di attivitá (1940), l’ECLS realizzó otto borghi rurali, uno per provincia, con l’esclusione della provincia di Ragusa: Borgo Schiró (PA), Borgo Bonsignore (AG), Borgo Fazio (TP), Borgo Gattuso (CL), Borgo Cascino (EN), Borgo Giuliano (ME), Borgo Rizza (SR), e Borgo Lupo (CT).
Quest’attività proseguì nel 1941 con la progettazione e l’inizio della costruzione di altri sette borghi: Borgo Guttadauro (CL), Borgo Bassi (TP), Borgo Borzellino (PA), Borgo Callea (AG), Borgo Caracciolo (CT), Borgo Ventimiglia (CT), e Borgo Fiumefreddo (SR).
Dopo la II Guerra Mondiale vennero realizzati altri due borghi: uno in provincia di Palermo (Borgo Manganaro), l’altro in provincia di Messina (Borgo Schisina). Quest’ultimo, gravato da uno scandalo nazionale per presunti interessi privati, fu presto abbandonato perché mal progettato e peggio realizzato, peraltro su terreni incoltivabili.
EMANUELE CANINO
Nasce nel 1964 a Catania, città dove ancora oggi vive e lavora, affiancando l’attività professionale di medico alla ricerca di una forma di espressione personale nell’ambito delle possibilità linguistiche e comunicative della fotografia. Utilizza prevalentemente il colore.
Ha progressivamente approfondito i rapporti con autori del mondo fotografico ed è venuto in contatto con varie realtà della fotografia italiana e internazionale.
È’ stato presente con le proprie fotografie a diverse mostre personali e collettive.
E’ stato lettore di portfolio in varie manifestazioni fra le quali l’Etna Photo Meeting.
“Non cerco di essere un artista, ma solo una via per esprimere me stesso”.
ALBERTO CASTRO
Nasce a Catania nel 1973. Vive e lavora tra Catania e Milano.
Si laurea, nel 1998, in Architettura presso la Leeds Metropolitan University nel Regno Unito.
Nel 2001 consegue un master in progettazione architettonica alla Universitad Politequinica de Catalunya di Barcellona in Spagna e nel 2004 completa i suoi studi in Ingegneria, presso l’Università degli Studi di Catania.
Studia fotografia da autodidatta, approfondendo negli anni attraverso corsi di formazione e workshop con diversi maestri. Socio fondatore di Plenum Gallery in Catania, collabora anche con la rivista Spectrum. Sue foto presenti in diverse mostre personali e collettive, in Italia e all’estero.
DANIELA D’ARRIGO
Catanese, inizia a fotografare a 18 anni. Si laurea in Economia e Commercio presso l’Università degli studi di Catania.
Affianca la libera professione ad anni di personali sperimentazioni fotografiche, utilizzando prevalentemente il linguaggio del bianco e nero, per immagini intime e introspettive.
Si appassiona anche del tema del reportage fotografico viaggiando in giro per il mondo, e realizzando successivamente mostre, portfolio e audiovisivi.
Nella fotografia trasferisce il suo complesso mondo interiore, alla ricerca continua di equilibrio e di armonia
ALFIO GAROZZO
Classe ’61. Il retroterra visivo e culturale è la Sicilia.
Il suo spirito curioso sin da ragazzo lo porta alla scoperta della fotografia e da lì inizia un lungo viaggio intellettuale e progettuale. L’immagine fotografica diventa il luogo in cui esprimere e sperimentare la stretta relazione tra il temperamento personale e le richieste della committenza. Inizia così a viaggiare per il mondo, Il reportage è la sua bussola, ma la Sicilia è sempre la terra dove ritornare. In questi movimenti fisici e mentali sviluppa sempre più la capacità di raccontare storie con uno sguardo che spesso trascende lo spazio fisico, restituendo, attraverso le immagini, chiarezza concettuale e visiva. Reportage geografici, architettura, food, ospitalità, interior design, corporate. La fotografia non ha confini se l’osservazione sa vivere la pluralità dei contesti. Oggi svolge la sua attività di fotografo nello studio di Catania.
GIUSEPPE PAGANO
Nasce a Catania nel 1968, si forma lavorativamente come Amministratore di Sistemi nell’ambito informatico. Si interessa alla fotografia in età adulta, raggiunge una maggior cognizione del sè fotografico con il progetto della durata di un anno Ocoloy (One Camera One Lens One Year).
Nel 2014 insieme ad alcuni amici, con l’intento di accrescere la propria cultura fotografica e sviluppare progetti comuni, ha dato vita al gruppo R77 – Salotto Fotografico, i cui membri sono stati successivamente tra i fondatori del gruppo di ricerca fotografica [see]thing, di cui Pagano è parte del Direttivo.
info@eradomani.it
M +39 347 627 0251